A Pisa il Jazz si degusta con il vino DOC

 «Le idee hanno sete», scriveva Mario Tobino in quel gran libro sulla sua città, Viareggio titolato «Sulla spiaggia e al di là del molo». Le idee le ha trasmesse in pratica scrivendo splendidi libri mentre placava una sete inesausta in un ristorante di Lucca dove aveva un tavolo riservato e una bacheca con tutte le sue opere. Alle idee sono sempre attenti i jazzisti, tant’è che uno di questi, il sassofonista Steve Potts, noto nei gruppi di Steve Lacy dichiarò: «Music and wine the best composition», mentre lo metteva in pratica con un bicchiere di buon bianco in mano. Trovare punti di contatto tra vino e musica jazz e, una volta trovati riporporli in pubblico in veste di spettacolo: questa, molto in sintesi, la quint’essenza di «CantinaJazz» un simpatico sodalizio nato recentemente a Pisa. I due ideatori, il dottor Roberto Marangoni appassionato di vino ed Emiliano Loconsolo cantante di jazz professionista hanno intensamente pensato a un «vino da ascoltare e una musica da bere», un percorso musicale ed enologico alla ricerca di una sinestesia tra, vino e musica jazz. Il nostro paese produce vini e ne consuma. Oggi la produzione si nobilita nel senso che la qualità — già vocazione di pochi eletti — è diventata politica di produzione, così da entrare con largo margine nell’aristocrazia enologica mondiale. La stessa identica cosa — specie nell’ultima decade del secolo appena trascorso — lo possiamo dire per il jazz made in Italy, la cui crescita qualitativa ha sbalordito la critica internazionale, così da entrare con largo margine nell’aristocrazia jazzistica mondiale. «Cantinajazz» ripropone di vivere «sul campo», in modo esplicito questo rapporto stasera in un locale fra i più raffinati di Pisa, il «Cagliostro» (via Castelletto 26-30) che ci accoglie nel fresco della sua chiostra. Mentre lo chef ammannisce i suoi fascinosi manicaretti la voce narrante di Roberto Marangoni presenta gli accoppiamenti sensoriali. CantinaJazz schiera il suo prestigoso quintetto: Emiliano Loconsolo (vocal); Stefano «Cocco» Cantini (sax); Stefano Onorati (piano); Franco Nesti (c.basso); Alessandro Fabbri (batteria). Mentre vengono suonate musiche di Duke Ellington e Thelonius Monk i sommelier servono i seguenti vini di Arnaldo Caprai viticultore in Montefalco (PG): Grecante dei colli Martani; Poggio Belvedere Rosso Umbria ’99; Montefalco Rosso Riserva ’98; Segrantino di Montefalco ’98

Afo Sartori – Il Tirreno, 24 Giugno 2001